Thursday, July 26, 2012

Padova (Padua)




Located just few kilometers from Venice, Padua is one of the liveliest cities of the Venetian area thanks to the various ad interesting aspects of its multifaced identity.
As far as tourism is concerned, the city has a huge historical and artistic heritage to offer. After 3000 years of history the visitor can enjoy many different atmospheres which arise from every little corner and alley, starting from the Roman area, to the more recent Prato della Valle, passing through the Medieval heart.
In the very centre of the town it is possible to find the Roman Arena, surrounded by the so –called park which boasts the presence of the Eremitani Museum, full of Pre-Roman finds, the Eremitani Church and the famous Scrovegni Chapel, one most important works of European painting. People who enter this little masterpiece find themselves surrounded by an amazing cycle of frescoes painted by the Tuscan painter Giotto, which illustrate the life of Mary, Jesus and the Passion, ending with a striking vision of the Last Judgement.



The Palazzo della Ragione is another well known symbol of Padua, and offers medieval paintings and a great hanging hall which is one of the biggest in the world. In this palace we can find the Pietra del Vituperio, a stone made chair which worked as a punishment for people who were judged guilty for bankruptcy. They were literally deprived of everything they were wearing and forced to sit on that freezing chair for a long time.


Padua is also an important destination for religious pilgrimages because of the presence of the Basilica of St Anthony, a sanctuary which holds the remains of St Anthony and calls millions of people every year. Close to the Basilica there is Prato della Valle, one of the biggest squares in Europe, which is a great gathering point for all those people who want to enjoy a relaxing break in a green spot right in the city centre.  Otherwise, for those people who prefer a good coffee Caffe’ Pedrocchi offers the most ancient and luxurious location in town.


The late afternoon is the moment when Padua completely changes and reveals itself as the most spirited town in the Veneto region. This is the moment when all the students who attend the University of Padua (the oldest University of Europe after Bologna) finish their lessons and go out to enjoy a good aperitivo with a typical pre-dinner drink called Spritz. 

In few hours the squares around palazzo della Ragione called Piazza delle Erbe and Piazza della Frutta are filled with people of all ages who keep hanging around for the whole evening, having a chat and a good drink under the suggestive Clocktower in Piazza dei Signori or all along the fascinating little streets of the Jewish Ghetto.









The most well known dish of the Paduan cooking tradition is the gallina padovana (Paduan hen), a particular kind of farmyard animal which is famous not just for its deliciousness but also for its funny appearances. Every restaurant in town will be able to prepare it in many different versions according to the customers’ tastes.  It can be served with the cooked radicchio which is a renowned product of the southern part of the province. 





A traditional Paduan meal may end either with the Dolce del Santo or with some Zaleti, typical biscuits made of cornmeal and raisins.



Source: Italian Government Tourist Office

Sunday, July 22, 2012

Cucina Regionale Piemontese: Grissini Torinesi Stirati



Grissini Torinesi Stirati

Piemonte
Recipe from La Casa di Artù












Another classic Italian recipe from the blog of Artù, i grissini torinesi striati. Grissini are the Italian bread sticks that you can find on many tables in restaurants. They come in many forms and flavours, but the most famous are the grissini from Turin.  Apparently grissini were invented there by a clever baker for the king who could not digest bread, but try to read below the story in Italian!

Buona lettura



Cucina Regionale Piemontese: Grissini Torinesi Stirati


Photos and text copyright of and kindly reproduced with permission of La Casa di Artù



(Tratto e riassunto da Wikipedia)
Grissino
Il grissino è uno dei must della gastronomia e della cucina piemontese, soprattutto torinese.
Pare che la sua origine sia dovuta all'invenzione di un fornaio, sotto le direttive di un medico per poter nutrire Vittorio Amedeo II, il quale cagionevole di salute non digeriva la mollica del pane! 
Addirittura ebbero così successo che anche Carlo Felice (per divertimento!) li sgretolava al Teatro Regio durante le rappresentazioni (capricci da re....)
Ebbero un successo notevole, vista la loro digeribilità e il fatto che si potessero conservare a lungo, senza che si deteriorassero.
Persino Napoleone Bonaparte si fece consegnare regolarmente forniture di questi deliziosi grissini, che lui chiamava "les petits batons de Turin".

Ci sono due qualità principali:

*i robatà (detto rubatà) lungo dai 40 agli 80 cm, con nodosità dovuti alla lavorazione a mano
*i grissini stirati la cui pasta anzichè arrotolata viene tirata per i due lembi, la lunghezza varia a seconda della lunghezza delle braccia del fornaio!! Rispetto ai primi sono molto più friabili.

La mia ricetta è tratta dal libro delle Sorelle Simili "Pane e roba dolce" un libro magico che adoro!!!

Ingredienti
500 gr farina 00
250.280 gr acqua (a seconda di quanta ne "prende" l'impasto!)
15 gr lievito di birra in panetto
un cucchiaino di sale
50 gr di olio di oliva
1 cucchiaino di malto d'orzo

farina di semola ed olio per la seconda fase

Preparazione
Impastare gli ingredienti come vostra abitudine, o a mano, o con il vostro robot da cucina. Io come solito ho utilizzato il bimby, con il solito procedimento degli impasti dei lievitati. 

Create un filone, stendetelo a forma rettangolare (10x30), appoggiandolo su uno strato di farina di semola, spennellare la superficie e i lati di olio e cospargere anche quelli di farina di semola. 
Coprire e lasciare lievitare almeno un'ora.

A questo punto con una lama tagliare (dal lato corto del rettangolo) dei bastoncini larghi circa un centimetro. Con le mani tirarli partendo dal centro ed allungarli (fino alla lunghezza della vostra teglia).




Cuocere a 200° per 18-20 minuti circa. Verificare la cottura perchè nei punti più "stirati" prendono subito più colore.
A scelta potrete aromatizzarli con sale, spezie, semi vari.


Vi ho presentato i miei grissini stirati torinesi nel mio nuovo praticello, al tramonto, lottando con Isotta (la mia setter inglese) che voleva mangiarseli tutti!!!




Monday, July 9, 2012

BOOK OF THE MONTH

IL LIBRO DEL MESE

Cominciamo oggi la rubrica “Libro del mese” della Biblioteca della Dante.
Questo mese il libro di cui parleremo brevemente è La mafia spiegata ai miei figli (e anche ai figli degli altri) di Silvana La Spina.
Silvana La Spina è nata a Padova da madre veneta e da padre siciliano, ed è molto conosciuta soprattutto per i suoi romanzi gialli e per i suoi racconti (per lo più ambientati in Sicilia).
In La mafia spiegata ai miei figli (e anche ai figli degli altri) usando lo strumento narrativo del dialogo (non solo col narratore, ma anche tra generazioni, il dialogo stesso infatti si svolge in una scuola superiore) ci conduce in un viaggio nella storia della Sicilia, dell’Italia e della Mafia.
Una lingua semplice e comprensibile, uno stile scorrevole e appassionato, un pensiero lucido e illuminante: La mafia spiegata ai miei figli (e anche ai figli degli altri) è un libro consigliato a tutti quelli interessati ad addentrarsi nel fenomeno della Mafia, in Italia e nel Mondo.
Adatto a studenti con un livello d’italiano intermedio.
Reperibilità: biblioteca della Dante, sezione “Società-Cultura”.

BOOK OF THE MONTH

Today we start a new item: Dante’s Library’s “Book of the month”.
This month we briefly talk about Silvana La Sina’s Mafia explained to my children (and the children of others).
Silvana La Spina was born in Padova. Her mother was from Veneto and her father was Sicilian, and besides this book she is well known for her noir novels and short stories, often set in Sicily.
In Mafia explained to my children (and the children of others) she uses the narrative technique of dialogue (a dialogue with the reader and between generations – the dialogue itself, infact, is set in a school) to guide us in a journey through the history of Sicily, of Italy and of the Mafia.
Simple and easy to understand. A fluent and appassionate style. A clear and inspiring way to unfold facts. Mafia explained to my children (and the children of others) is a book for everyone who wants a better understanding of the Mafia phenomenon in Italy and in the world.
Language: intermediate-advanced level.
Available at the Dante’s Library, “Società and Cultura section”.

Tuesday, July 3, 2012

Fiori di pasta di zucchero per la lezione d'italiano




Giovedì scorso ho sostituito la classe dei teenagers di Marina. Visto che era l'ultima lezione del trimestre ho pensato di fare qualcosa di diverso: le rose di pasta di zucchero. Ho portato della pasta di zucchero color giallo e rosa e abbiamo passato una bella serata imparando termini nuovi come schiacciare e arrotolare. Guardate quante rose che hanno fatto le studentesse! E che brave!




Naturalmente quando sono arrivati i miei studenti "grandi" per la lezione dopo, hanno voluto "giocare" anche loro con la pasta di zucchero! E si sono pure divertiti! Peccato che mancasse Linda, l'artista del gruppo! Sarà per la prossima volta! E Donatella! Ti aspettiamo il prossimo trimestre!




Buone Vacanze a tutti!

Photos by Alessandra Zecchini ©


Monday, July 2, 2012

School holiday activities – in italiano!


There will be activities for children aged 5-12 on three days of the coming school holidays two cooking classes and a movie afternoon. Non-native speakers welcome. Please RSVP by Tuesday 3 July to info@dante.org.nz . The venue is the Freeman’s Bay Community Centre.



Saturday, June 30, 2012

CineClubDante


Next class, Thursday the 12th of July.







After De Sica’s masterpieces (Miracolo a Milano and Ieri, oggi e domani), and Fellini’s Le notti di Cabiria, our fascinating journey through the history of Italian Cinema brings us to Francesco Rosi’s Salvatore Giuliano, a 1962 neo-realist documentary, shot in non-linear style, that follows the lives of those involved with the famous Sicilian bandit, Salvatore Giuliano.
British critic Derek Malcolm called it "almost certainly the best film about the social and political forces that have shaped Sicily”, and Terrence Rafferty (The New Yorker and The New York Times) noted that "Salvatore Giuliano manages to sustain an almost impossible balance of immediacy and reflection: it's such an exciting piece of filmmaking that you might not realize until the end that its dominant tone is contemplative, even melancholy”.
Come and watch the movie, and talk about it with our teacher Matteo Telara
We remind you that CineDanteClub is a language class, an unusual way to go deeper into the Italian culture and improve your language skills. Please let us know by email if you will come so that we can arrange the room.

$5 for students
$10 for everybody else.
Coffee included.

Thursday 12th of July at 1.30pm at Dante’s.

Monday, June 25, 2012

Venerdì scorso alla Dante...



Edoardo, la tua crostata era buonissima!


Italian Food and Culture Presentation

Over 40 people attended our special lunchtime event presented by Wilma Laryn, wine- maker and producer of the Italian radio broadcast Cartolina.

Che mangiata!


Wilma offered us an engaging talk about Italian food and culture throughout the centuries, accompanied by fascinating images and photos, and after the talk we all enjoyed a delicious Italian shared lunch, and Wilma's Cracroft Chase Wine.

Also remember that Wilma has invited you all to visit her vineyard and cellar in Christchurch! Andiamo??


Grazie per la presentazione e per il vino Wilma!
Photos by Alessandra Zecchini ©

Sunday, June 17, 2012

New prospectuses for term 3 Italian language classes in Auckland


Italian Language Courses – Term 3- 2012



Learn Italian this winter!
The Dante Alighieri Society of Auckland offers courses for adults and children, all levels and ages.

To see our timetable and prices click below:



Thursday, June 14, 2012

Villa Necchi-Campiglio, something special to see in Milan




The beautiful residence built between 1932 and 1935 by architect Piero Portaluppi. The villa was built right in the city centre by the Italian industrial family Necchi who made their fortune by manufacturing sewing machines and enameled household goods. Silver doors, inlaid mirrors into precious woods and parchment covered walls are some of the details.  The villa encloses one of the most beautiful Milanese gardens, a heated swimming pool and tennis court.

The two sisters Gigina and Nedda Necchi as well as Gigina’s husband, Angelo Campiglio, lived in the villa until the 1940s – when the Fascist minister Alessandro Pavolini sequestered the villa as his command headquarters. After the end of the war, the British moved in, afterwards the Dutch consul. During all these decades, the interior decoration remained unchanged. As late as in the 1960s, the former owners were allowed to move in again. And right away they told designer Tomaso Buzzi to spruce up the dusty interior decoration by Portaluppi with more lively style elements. Buzzis measures were characterized by a traditional style, quite different from his predecessor – now the stern marble fireplace faces baroque tapestries. This eclecticism is unique, and remains hotly debated among purists. 






It was donated to the FAI in 2001 by the sisters Gigina Necchi Campiglio and Nedda Necchi. After three years of restoration and 6 million Euros Villa Necchi is now open to visitors. The house is displayed as if the sisters were still in residence.  The wardrobes contain couture and family photographs remain on the tabletops. The bathrooms are a particularly ahead of their times, the guest bathroom’s use of a freestanding wall to conserve space is more akin to a contemporary design.  



Inside the villa, two wonderful collections: Claudia Gian Ferrari’s collection of works of art dating from the early 20th century (with 44 works by various artists, from Arturo Martini to Giorgio Morandi, from Giorgio de Chirico to Mario Sironi) and the collection of 18th-century paintings and decorative arts donated from Alighiero and Emilietta De’ Micheli (with paintings by Canaletto, Tiepolo, Marieschi and Rosalba Carriera as well as precious Chinese porcelain and Lombard majolica, miniatures by Jean Baptiste Isabey belonging to Napoleon).

Villa Necchi is part of ‘The Historic House Museum of Milan’, which includes Bagatti Vasacchi Museum, Boschi-Di Stefano Home and Poldi Pezzoli Museum.

For further information please visit www.casemuseo.it



 

Source: Italian Government Tourist Office


Tuesday, June 12, 2012

CASSATA SICILIANA (SENZA GLUTINE!)



Today we are going to Sicily, courtesy of a very talented blogger, Elena from the blog La Celiaca Pasticciona. Elena is offering us the queen of all Sicilian cakes: La Cassata! In her article there is a bit about the history of this traditional cake and, most importantly, how to make it, step by step from scratch (sponge and marzipan recipes included). As a bonus Elena even tells us how to make a gluten free sponge, and if you would like to find more delicious gluten free recipes do visit her blog in Italy by clicking here.


Buona Lettura!



Cassata
Sicily

OPERAZIONE CASSATA SICILIANA SENZA GLUTINE


Photos and text copyright of and kindly reproduced with permission of La Celiaca Pasticciona




“TINTU È CU NUN MANCIA A CASSATA A MATINA RI PASQUA” che tradotto letteralmente diventa: “Cattivo è chi non mangia la cassata la mattina di Pasqua”. Il tutto suona come un avvertimento a non fidarsi mai di chi non mangia la cassata nel giorno più importante per i cristiani e questa la dice lunga sull’amore dei siciliani verso questo piatto tipico.
Anche se nasce come dolce pasquale, ormai nella tavola di ogni famiglia in occasione di una ricorrenza o festeggiamento importante, ad esclusione del periodo estivo, non può mancare la Cassata tradizionale.
Impossibile scoprire in quale pasticceria venga fatta quella più buona: si passa dalla competizione tra vie dello stesso quartiere  a quella tra quartieri della stessa città fino ad arrivare a quella tra Sicilia Orientale e Sicilia Occidentale. Ci sono mille varietà e tutte formidabili, nel gusto e nell’aspetto. Le sue origini risalgono ai tempi della dominazione araba. Probabilmente questo dolce nasce dal connubio tra una semplice torta di ricotta che i contadini facevano tradizionalmente sull’isola e dei preziosi ingredienti provenienti dal Nord Africa quali la canna da zucchero, le mandorle, gli agrumi.  Nel tempo la tradizionale e semplice torta di frolla e ricotta cotta al forno è stata sostituita dal dolce a base di pan di spagna assemblato a freddo e sigillato da un anello di pasta reale. L’aggiunta di quest’ultimo ingrediente si fa risalire al periodo di dominazione Normanna. Sembra che la pasta reale sia stata creata dalle monache della Chiesa della Martorana, una costruzione originariamente normanna, risalente al 1.100 D.C., che è stata trasformata e inglobata al monastero benedettino adiacente fondato dalla nobildonna Eloisa Martorana. Le suore impastavano lo zucchero con le mandorle per ottenere questa pasta morbida e profumata che si usa ancora oggi per fare quella che i siciliani chiamano appunto la “Martorana” cioè delle riproduzioni di verdure e frutta in pasta reale che si preparano per il 2 di novembre, per festeggiare la giornata di commemorazione dei defunti (Festa dei morti).
L’arricchimento con glassa di zucchero, frutta candita e confettini si è aggiunto nel XVII secolo, durante l’espressione nell’isola del Barocco, dal quale eredita una eccessiva cura nella decorazione, nella  scenografia e nell’uso di colori accesi.
Nella tavola del pranzo di Pasqua di quest’anno ho potuto mettere in bella vista la mia cassata senza glutine grazie al mini corso teorico e pratico fatto a casa di Sonia; a lei va tutto il mio affetto e la mia riconoscenza per avermi insegnato che non bisogna avere paura di affrontare la preparazione di qualsiasi piatto, anche se può sembrare tanto difficile. In effetti fare la cassata non è per niente complicato, un po’ lunghetto lo ammetto, ma a portata di tutti.



Il marzapane  e il pan di spagna si preparano il giorno prima. 

Pan di Spagna:

4 uova

150 g zucchero

150 g farina 00 (o farina senza glutine Biaglut) setacciata

scorza grattugiata di 1 limone non trattato

1 pizzico di sale



Prima di cominciare è importante precisare che le uova devono essere a temperatura ambiente: o si escono dal frigo per tempo o si immergono in acqua calda per qualche minuto.

Imburrare e infarinare la teglia, in modo da accelerare il tempo di passaggio in forno che va acceso ad una temperatura di 180° .

Con l’aiuto delle fruste elettriche, sbattere le uova con lo zucchero in una ciotola per non meno di 15 minuti, se si ha solo l’aiuto dello sbattitore elettrico. Questa è la fase che permette di non usare lievito, praticamente si sfrutta l’aria che viene inglobata con le fruste.

Montare anche oltre il tempo indicato, fin tanto che alzando le fruste a sbattitore spento queste non disegnino sull’impasto sottostante. Aggiungere la scorza di limone grattugiata.

In modo molto delicato, incorporare la farina setacciata utilizzando il cucchiaio di legno con la parte cava rivolta verso il basso; per evitate di smontare l’impasto inserire il cucchiaio con un movimento rotatorio del polso. L’aggiunta di farina deve essere un procedimento veloce.

Versare il tutto a partire dal centro della teglia, in modo che l’impasto si distribuisca in modo equo.

Infornare a 180°, tenendo sempre d’occhio la cottura. Queste indicazioni andavano bene per quando usavo la farina 00; i mix per dolci senza glutine contengono molto amido e tendono a cuocere prima e a bruciarsi. Se c’è questo rischio a metà o nella parte finale della cottura abbassare leggermente la temperatura, magari a 160°. Bastano 20/25 minuti.

Ingredienti per un panetto di marzapane da 200 g:
100 g farina di mandorle
100 g zucchero a velo
1, 5 cucchiaini di sciroppo di glucosio aromatizzato al pistacchio (si presenta di colore verde)
4-5 gocce di essenza di mandorla amara.
20 ml di acqua

In un tegamino versare lo zucchero a velo insieme all’acqua e mettere sul fuoco più piccolo a fiamma moderatamente allegra. Continuare a mescolare con una spatola o un cucchiaio di legno. In una ciotola versare la farina di mandorle. Appena lo zucchero si è sciolto e prima che faccia tutte le bolle, togliere dal fuoco, continuando a mescolare, e versare nella ciotola con lo sciroppo di glucosio aromatizzato. Aggiungere anche le gocce di essenza di mandorla. Procedere mescolando dapprima con il cucchiaio e dopo con le mani. Passare sul ripiano e lavorare l’impasto  fin tanto che non risulterà morbido e liscio.
Conservare il marzapane appena fatto avvolto in un foglio di pellicola trasparente dentro un contenitore a chiusura ermetica.
Ingredienti per il ripieno e per la decorazione finale:

poco meno di un chilo di ricotta fresca
zucchero semolato la cui dose dipende da quanto vogliate dolce la crema di ricotta
4 cucchiai di gocce di cioccolato
1 spolverata di cannella
200 g di glassa (ve ne rimarrà abbastanza)
ciliegine, confetti e frutta candita per guarnire
glassa reale già pronta per decorare

Setacciare la ricotta schiacciandola con un cucchiaio, facendola passare attraverso un setaccio e raccogliere in una ciotola. Aggiungere la cannella e lo zucchero a piacimento. Unire le gocce di cioccolato e mescolare la crema.

Assemblamento della Cassata:


Spianare il panetto di marzapane spolverizzando il ripiano con lo zucchero a velo. Passare un po’ di zucchero a velo sopra lo stampo per cassata e rivestire il bordo della teglia con la striscia di marzapane appena spianata. Procedere a tagliare il bordo della striscia di marzapane che fuoriesce dallo stampo .

Tagliare finemente il pan di spagna e foderare la base dello stampo. Aggiungere la crema di ricotta e chiudere la base della cassata uniformemente con il resto del pan di spagna tagliato sottile. Con l’aiuto del piatto scelto come base su cui presentare il dolce, capovolgere la cassata e staccarla delicatamente dallo stampo. Passare in frigo fin tanto che si prepara la glassa. Sciogliere quest’ultima a bagno maria; quando è liquida versarla delicatamente sulla torta controllando che non scoli dai bordi, e stenderla con l’aiuto di una spatola. Lasciare riposare 5 minuti e ripassare in frigo. Appena lo zucchero sopra la torta si è sufficientemente solidificato prendere la cassata dal frigo e decorare con la frutta candita e i confetti. Decorare la torta con la glassa utilizzando una piccola sacca da pasticciere fatta con la carta da forno. Lasciare riposare un giorno, è meglio.  

  
 Ringrazio tanto Sonia per avermi insegnato i segreti di un'antica tradizione siciliana.